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  • Immagine del redattoreGianluc

Tra deserto e montagne: le bellezze del Marocco


Terza settimana - Da Boudnib a Tinghir


Una settimana davvero esaltante, forse la nostra preferita sin qui, perché abbiamo avuto modo di esplorare la natura del Marocco in tutta la sua vastità e la sua bellezza. Abbiamo incontrato persone accoglienti e generose, guidato il nostro van (e ci siamo persi) prima nelle dune del deserto e poi a 2000 metri su strette strade sterrate di montagna. I colpi di scena non sono mancati e ve lo confessiamo, questo paese ci sta entrando nel cuore. 


Abbiamo anche pubblicato il nostro primo video su YouTube  Alone in the Desert (che troverete più in basso nel blog) per mostrarvi tutte le emozioni della nostra prima avventura off-road.




Giorno 16 - Alla volta del deserto

Offroad Boudnib > Merzouga Pt.1 


Finalmente ripresi dall’intossicazione alimentare, anche se ancora cauti a non esagerare con il mangiare, siamo super gasati per il programma che ci aspetta. Oggi inizieremo l’attraversata da Boudnib verso Merzouga. In totale ci aspettano 180km di sterrato in mezzo al deserto, con terreni e panorami in continua evoluzione. Per questa prima giornata non ci prefissiamo una meta precisa, ma cercheremo di coprire almeno metà della distanza totale e ci fermeremo a dormire dove troveremo un posto tranquillo. Ci dovrebbe essere l'imbarazzo della scelta nel deserto. Serbatoio pieno, pneumatici un po’ meno e siamo pronti a partire.


I primi chilometri si presentano abbastanza sabbiosi, motivo per cui abbassiamo ulteriormente la pressione delle gomme. In questo primo tratto incontriamo qualche mezzo pesante del corpo militare marocchino. I militari ci salutano con un sorriso e si accertano che non abbiamo problemi. 



Pian piano il terreno si trasforma e diventa sempre più solido e roccioso, a tratti colmo di rocce appuntite sulla pista, costringendoci a moderare la velocità. Poco più tardi invece la pista si presenta liscia come un tavolo da biliardo, permettendoci di aprire il gas e raggiungere velocità che sfiorano gli 80km/h. Per ore non incontriamo anima viva e questi paesaggi fantascientifici ci lasciano a bocca aperta. Di tanto in tanto ci fermiamo per scattare qualche foto e nel primo pomeriggio per una piccola pausa pranzo di fianco a qualche duna e delle grotte, che un tempo fungevano da dimora per i berberi.  


Dopo circa 85km e quasi cinque ore in movimento, passando anche per un piccolo villaggio nomade dove lasciamo qualcosa da mangiare, il sole si fa meno intenso, facendoci capire che è ora di iniziare a cercare un posto per la notte. Ci guardiamo intorno e non vediamo niente o nessuno che possa essere infastidito dalla nostra presenza. Con l'obiettivo di cercare un posto speciale e più appartato, proseguiamo ancora qualche chilometro finche non giungiamo su un altopiano a strapiombo sulle rocce. Siamo lontani dalla pista principale e da qui si gode di una vista fantastica. Non ci pensiamo due volte e ci fermiamo per la notte. Mentre si fa buio preparo il fuoco, che accendo quasi subito per tenerci caldi e creare un’atmosfera speciale, mentre Joy prepara qualcosa da mangiare.



Dopo cena, nonostante il freddo, passiamo qualche minuto fuori, incantati da un cielo gigante e scuro. Le stelle si vedono cosi bene che sembrano più vicine. Della luna non c'è traccia. Contemporaneamente però, immersi nel nulla, ci rendiamo conto di quanto sia grande l’universo e quanto siamo piccoli ed insignificanti noi a confronto. Siamo solo un piccolo granello di sabbia, una minuscola parte di questo mondo in cui viviamo. Ci ricordiamo di essere grati di quello che stiamo vivendo e ci promettiamo di ricordarci di questi momenti, quando i nostri problemi ci sembreranno insormontabili.


L’app del telefono mi dice che la luna sorgerà alle 22:15. A quell’ora siamo pronti e fissiamo l’orizzonte, in attesa che la luna venga a illuminare il nostro van, un piccolo puntino in mezzo al deserto. Ho assistito a mille tramonti e albe in vita mia, ma è la prima volta che sono consapevolmente in attesa del sorgere della luna, che si rivela uno spettacolo unico. Senza pensare a niente la osserviamo, una luna a tre quarti arancione, quasi rossa che sbuca dalla catena rocciosa che separa il Marocco dall’Algeria.

Per oggi ne abbiamo viste abbastanza, nel silenzio più totale andiamo a letto e ci addormentiamo in fretta.


Curiosità del giorno: Per la prima volta nella nostra vita abbiamo trascorso un periodo prolungato "vivendo" all'aria aperta. Questo ci ha fatto notare piccole cose che una volta, nella vita di tutti i giorni, passavano inosservate, come ad esempio l'ora in cui la luna sorge e tramonta. Quando la luna è piena, essa sorge verso est all'incirca quando il sole tramonta. La luna sorge ogni giorno circa 50 minuti più tardi rispetto al giorno precedente a causa della combinazione dell'orbita lunare e della rotazione terrestre. Mentre la Terra compie una rotazione completa, la Luna compie una rivoluzione parziale intorno ad essa (13 gradi).


Giorno 17 - Sfidando i cammelli e surfando le dune di Merzouga

Offroad Boudnib > Merzouga Pt. 2


Dopo una notte tranquilla, ci svegliamo per vedere l'alba, nonostante alcune nuvole affievoliscano i colori all’orizzonte.


Non si intravede nessuno in lontananza e non c’è suono udibile intorno a noi, se non un grande silenzio. 
Dopo colazione ci prendiamo qualche attimo di relax e mentre finiamo il caffè, leggiamo qualche pagina del libro e strimpelliamo la chitarra. Poi, con calma olimpica ci apprestiamo a partire.
Eccolo il primo suono non proveniente dalla natura in lontananza. Un fuoristrada si avvicina a grandi velocità nonostante la strada rocciosa ed impervia. In pochi minuti un ranger locale ci raggiunge a bordo del suo pick-up bordeaux. Vuole solo salutarci e accertarsi che stiamo bene e riparte subito con un grande sorriso in volto. 



Il percorso si fa interessante fin dall'inizio, su una bella pista scorrevole, mentre scorgiamo in lontananza alcuni cammelli selvatici che pian piano si avvicinano. Li osserviamo correre in maniera elegante ed efficiente, parallelamente alla strada su cui ci troviamo noi. Ci godiamo questo tratto, scortati per qualche chilometro dal gruppo di cinque cammelli. Facciamo attenzione a non disturbarli e quando si fermano a bordo strada, li ammiriamo per qualche secondo e procediamo.



Poco più avanti è ora di affrontare il tratto più tecnico ed impegnativo di tutta l’attraversata. Siamo oramai nei pressi del confine algerino e la strada che scende dal plateau su cui ci troviamo è ripida, stretta e rocciosa, con grandi massi presenti sul cammino.


Solo dopo averla imboccata, Joy si “ricorda” di aver letto da qualche parte che di recente hanno aperto una strada militare più larga e facile, con pendenze più dolci. La vediamo li sulla nostra sinistra, ma oramai è tardi e comunque a noi le cose facili non piacciono. Non senza qualche difficoltà, portiamo a termine la discesa con successo, con Joy che scende nei tratti più impegnativi per catturare qualche scatto e darmi due indicazioni utili. Costeggiamo lentamente il confine algerino lungo una strada pianeggiante ma rocciosa, prima di notare un’oasi di palme in lontananza. Appena vi arriviamo, decidiamo che è il posto giusto per una pausa pranzo. Mangiamo qualcosa mentre un asino timido viene a salutarci. Prima di ripartire facciamo qualche foto e video in questo piccolo angolo felice e particolare nel mezzo del deserto. 




Pian piano ci stiamo oramai avvicinando alle dune di sabbia di Erg Chebbi a Merzouga e il terreno, prima ai nostri lati e poi sotto i nostri pneumatici All Terrain BF Goodrich, si fa sempre più sabbioso. È un tratto emozionante e tutto nuovo per noi. È la prima volta che vediamo dune di sabbia cosi grosse dal vivo e sicuramente la prima volta che ci troviamo a percorrere svariati chilometri nella sabbia. Rimango davvero colpito da come il nostro van si muova con agilità tra le dune del deserto, aiutato dalla pressione degli pneumatici, oramai fissata a 1.3-1.6 bar per questo tratto finale.


Guidare tra le dune dà una sensazione strana ma piacevole. Sembra quasi di galleggiare, di surfare’ sulla sabbia. Ci godiamo quindi questo circuito finale, utilizzato anche da locali e turisti per divertirsi in quad o moto da cross, finche non raggiungiamo la strada asfaltata . Da li ci dirigiamo al campeggio La Gazelle Bleue, dove veniamo accolti con un gustoso tè alla menta di benvenuto e qualche spuntino. Ce lo godiamo sulla terrazza mentre guardiamo il sole tramontare.



Descrivere questo viaggio a parole non rende giustizia alla bellezza dei paesaggi e alle emozioni provate, quindi speriamo che le foto in questo articolo, ma soprattutto il primo video che abbiamo pubblicato sul nostro canale YouTube possano aiutarvi a comprendere ciò che abbiamo vissuto.



Siamo stremati da questi 180km in due giorni nel deserto, ma molto soddisfatti dell’esperienza e di aver ulteriormente esplorato i limiti e le possibilità del nostro mezzo. Abbiamo come la sensazione di aver scoperto qualcosa di nuovo, un mondo che ci appassiona profondamente e nel quale abbiamo voglia di addentrarci ulteriormente. Non sarà sicuramente la nostra ultima pista, in Marocco e in Europa. Ora ci godiamo un po’ di riposo e presto andremo ad avventurarci su altre piste sterrate.




Curiosità del giorno I cammelli non sono solo grandi bevitori (possono bere più di 100 litri in 10 minuti) ma sono anche buoni (ed eleganti) corridori. Pare infatti che possano superare velocità di 60 km/h.


Giorno 18 - Merzouga

Merzouga

Ci svegliamo con calma oggi. Sono le 8 e 30 quando finalmente riusciamo ad alzarci. In campeggio siamo sempre un po' più pigri, ma ogni tanto ci vuole. Come esco dal van per andare mi bagno, mi viene incontro uno dei signori del campeggio, che mi consegna ‘khobz’ e ‘msemmen’ freschi: del pane e una sorta di crepe, appena sfornati e offerti dal campeggio ogni mattina. Metto su la moka e mi scappa un sorriso. È Il primo caffè che ci beviamo da quando siamo stati male. Il nostro stomaco è guarito e passa anche questa prova indenne.


Passiamo il resto della mattinata e parte del pomeriggio a lavorare e a pianificare i prossimi giorni. Verso le 16 decidiamo di tornare nel circuito di Merzouga tra le dune, per divertirci un po’ a guidare nella sabbia, fare qualche foto del van in azione e prendere ulteriore confidenza con questo tipo di terreno. 
Quando mi fermo a bordo strada per sgonfiare le gomme veniamo approcciati da un ragazzo del posto che si offre di farci da guida tra le dune. Declino l’offerta nonostante l’insistenza e ci avviamo nella sabbia.


Il pomeriggio passa in fretta, come accade spesso quando ti diverti e senza che ce ne accorgiamo sta già calando la notte. Nonostante la poca luce, notiamo le parecchie tende bianche tra le dune di Erg Chebbi e facciamo qualche riflessione su questi campeggi di lusso nel deserto. Un’esperienza e un’idea sicuramente interessante, ma vedere il deserto tappezzato di tendoni bianchi (oltre che di pattumiera qua e la) ci fa pensare che forse la situazione sta un po’ sfuggendo di mano. Sono davvero tanti i campeggi di lusso presenti in questa zona, che perde cosí un po' di naturalezza e fascino.



Tornati in campeggio, si è fatto tardi e decidiamo di mangiare qualcosa fuori. Ci rechiamo in centro a Merzouga e il ristorante che avevamo identificato su Google è chiuso. Scegliamo quindi quello a fianco. Mangiamo due omelettes e due zuppe Harira, accompagnati da succo d’arancia e tè alla menta. 




Incredibile ma vero, il nostro stomaco passa anche questa prova. La digestione non è delle più facili, ma gli oltre 1000 metri a piedi per tornare in campeggio facilitano il compito. Arrivati in campeggio concludiamo la serata ordinando un altro tè alla menta (ottimo in questo campeggio), che ci viene recapitato direttamente in van.


Curiosità del giorno Nell'Erg Chebbi le vaste dune raggiungono i 150 metri di altezza e sovrastano la città di Merzouga. La sabbia è generalmente fine e sciolta e molto difficile da attraversare o scalare. Erg" significa "mare di dune" e in Marocco ce ne sono molti altri, come l'Erg Chegaga, che visiteremo più avanti nel nostro viaggio.


Giorno 19 - Si torna in pista

Merzouga - Città perduta di Hassis-Ba-Hallou


Oggi sveglia presto, abbiamo deciso di andare a vedere l'alba sulle dune di Erg Chebbi, le dune più alte del Marocco con i loro 150 metri. Ci alziamo alle 7 non senza qualche difficoltà, una sciacquata al volo, due biscotti e già ci bussano alla porta del van. È il signore del campeggio che ci porta il pane fresco. Lo mettiamo subito via, già pregustandoci la colazione che avremmo fatto al nostro ritorno. Verso le 7 e 30 siamo pronti a partire e ci incamminiamo verso le dune. La risalita dura più del previsto e quando si iniziano a scorgere i primi raggi di sole, siamo a pochi metri dalla vetta. Arrivati in cima, stremati ma soddisfatti, ci godiamo lo spettacolo e poco dopo iniziamo a scattare qualche foto.


Un tramonto speciale e diverso da quelli vissuti finora, che perde pero’ un po’ di fascino a causa delle macchine e quad che già a quell’ora iniziano rumorosamente a girare tra le dune. Di fronte a noi, su una duna più in basso a un centinaio di metri circa, una decina di turisti accompagnati in fuoristrada scattano qualche foto e ascoltano musica a tutto volume. Altra nota dolente, anche in cima alle dune si trova spazzatura gettata in terra. Non trovo le parole per descrivere questa mancanza di rispetto, ma raccogliamo quello che possiamo e non ci lasciamo rovinare un tramonto tutto sommato bello. Tornati al van, ci prepariamo a partire e una volta lasciato il campeggio facciamo un piccolo stop in paese (Merzouga). Un salto al Souk per comprare qualche chilo di frutta e verdura fresca per meno di 3 Euro e fare il pieno di acqua in bottiglia.



Tornando al van scorgiamo Olli e Karen di @my_sprintervan che ci salutano seduti a un bar locale, intenti a gustarsi un'omelette berbera. Ci fermiamo qualche minuto con loro per conoscerli di persona (ci conoscevamo solo tramite Instagram sin qui) e farci una piacevole chiacchierata, scambiandoci impressioni e consigli. Si riparte, fatto il pieno di benzina ci dirigiamo verso sud, più precisamente verso Ouzina. Da li parte una pista di circa 120km che ci porterà verso Rissani, passando da Ramlia. A Ouzina troviamo un albero sullo sterrato con un po’ di ombra per farci qualcosa da mangiare, prima di ‘attaccare’ la pista.


Mentre finiamo di sorseggiare il caffe, veniamo raggiunti da due signori ben vestiti con abiti locali, che ci invitano a prendere un tè nella loro Riad Porte de Sahara, poco distante da li. Inizialmente decliniamo gentilmente l’invito, in un secondo momento decidiamo pero’ di accettare e ci dirigiamo alla loro tenuta in camper. Beviamo un tè nella zona esterna molto curata e con vista sul deserto e al momento di ripartire i signori non vogliono assolutamente che paghiamo nonostante la nostra insistenza. Li ringraziamo: Shukran e la mano sul cuore e si riparte. Magari un giorno torneremo.



Ora si fa sul serio, si parte con la pista. Nei 50km odierni veniamo accompagnati da paesaggi mozzafiato, con le strade sterrate prima rocciose e poi sabbiose a dettare il passo. Attraversiamo il paesino di Ramlia, dove prima di girare a destra veniamo fermati da due bambine che ci chiedono caramelle. Diamo loro qualche mandarino, come spesso facciamo. Ci ringraziano con un sorriso e noi ripartiamo.


Una ventina di chilometri più tardi giungiamo alla “città perduta” di Hassis-Ba-Hallou. Sulla sinistra scorgiamo nella valle una zona verde con qualche albero tra le dune desertiche. Ci piace come posto, cerchiamo un punto un po’ riparato e non troppo in vista e decidiamo che passeremo la notte lí.


Guardiamo il tramonto, facciamo da mangiare e la sera usciamo per fare un piccolo fuocherello e goderci lo spettacolo del cielo stellato. Non credo di aver mai visto cosi tante stelle sopra ed intorno a me. Nuovamente mi sento piccolo e mi ricordo di essere grato di potere vivere questi momenti. È ora di dormire, domani non ci vogliamo perdere l’alba e ci aspettano altri 80km fino a Rissani.



Curiosità del giorno Il tè marocchino, chiamato anche "whiskey berbero", consiste in una miscela di tè verde cinese Gunpowder e menta fresca e viene tipicamente servito con una grande quantità di zucchero. La menta, che cresce naturalmente nelle zone temperate del nord del Paese, ha un effetto rinfrescante e aiuta a combattere il caldo delle giornate estive. Anche la preparazione e la "cerimonia" del tè sono parti fondamentali della consumazione di questa bevanda. La cerimonia marocchina del tè è scandita da gesti misurati ed abili. Offrire il tè agli ospiti è segno di benvenuto e di condivisione, diventa sinonimo di amicizia, di cordialità, di tradizione.


Giorno 20 - Perdersi nel deserto


Città perduta di Hassis-Ba-Hallou - Gare Medouar


Ci svegliamo 10 minuti dopo la sveglia, mentre il sole sta per sorgere. Mi vesto in fretta perché non mi voglio perdere i primi raggi di sole e mi catapulto fuori dal van: dune di sabbia e temperature rigide vicine agli 0 gradi a darmi il buongiorno. Anche Joy si alza e prepara la colazione.  Mentre il sole lentamente scalda la giornata proviamo a risolvere due o tre cose lavorative nonostante la connessione Internet pressoché assente.


Verso le 11 siamo pronti per partire. Oggi ci aspettano 60km di pista e un’altra ventina su asfalto per raggiungere Gara Medouar, un sito naturale che un tempo era una prigione portoghese. Saliamo verso la città perduta e ce la lasciamo sulla sinistra imboccando una discesa ripida nella sabbia. Anche oggi il percorso è vario ed interessante, sulla strada incontriamo solo due Toyota con a bordo viaggiatori svizzeri a 15 minuti di distanza gli uni dagli altri. Si stanno cercando a vicenda e entrambi mi chiedono se avessi visto l’altra Toyota. Nel frattempo dovrebbero essersi trovati. Procediamo abbastanza a rilento, visto che il terreno roccioso con le sue grandi buche alternate a tratti di sabbia ci costringono ad adattare costantemente la pressione degli pneumatici e a procedere con cautela. 


Dopo 30km troviamo sulla nostra strada due ragazzi locali su una moto da cross che ci chiedono dell’acqua. Gli regaliamo una bottiglia, ripartiamo e poco dopo ci fermiamo per una breve pausa pranzo con tanto di caffè. Stiamo per affrontare il tratto più impegnativo della giornata, quindi meglio essere belli vispi.


Questo tratto è poco frequentato e non c’è una vera e propria pista. Per un paio di chilometri bisogna navigare ed orientarsi autonomamente tra le dune di sabbia e i fitti cespugli che popolano questo letto del fiume prosciugato. Per qualche attimo esitiamo sul dafarsi. Siamo in difficoltà, ma andando di tanto in tanto a perlustrare la zona a piedi per trovare la traiettoria migliore, riusciamo a tirarci fuori da una situazione tanto intricata, quanto avvincente ed emozionante. È bello vedere come ogni giorno, trovandoci in situazioni nuove e su terreni diversi, acquistiamo sempre più confidenza col mezzo e scopriamo le qualità (e i limiti) di questo Sprinter, che per ora ci ha davvero impressionato.


Tra una piccola pausa per rinfrescarsi tra le dune con una Coca Cola e un’altra per rigonfiare le gomme, percorriamo gli ultimi chilometri fuoristrada e arriviamo a Gara Medouar giusto prima del tramonto. Troviamo un bel posticino sotto a un’albero nei pressi della Gara, che domani andremo a visitare.



Nonostante la poca connessione, finiamo di postare i contenuti della giornata, ci facciamo una doccia e prepariamo qualcosa da mangiare con le poche verdure rimaste. Dopo cena siamo più che pronti per una bella dormita.


Curiosità del giorno Le piste marocchine ci stanno piacendo così tanto che per andare da Merzouga a Rissani, che distano 40 km di strada asfaltata l'una dall'altra, abbiamo scelto di fare una pista di 150 km su due giorni. Per noi sta diventando più importante godersi il viaggio, meno il raggiungimento della destinazione.


Giorno 21 - Il deserto è bello, ma la montagna..


Gara Medouar - Assaka 


Dopo una notte tranquilla appena fuori la vecchia prigione portoghese, mi alzo puntuale per l’alba. Esco al freddo per godermi lo spettacolo. Da una parte una vasta pianura con qualche montagna in lontananza, dall’altra le imponenti mura naturali della Gara Medouar. 




Gara Medouar è una formazione geologica a forma di ferro di cavallo. Fu trasformata in una fortezza con una guarnigione militare nell'XI secolo. Nel XIX secolo venne anche utilizzata come prigione e più recentemente è comparsa in parecchi film di Hollywood.



Basta con la teoria, è ora di addentrarsi in questa arena ricca di fossili. Parcheggiamo appena dentro alle mura e ci incamminiamo sulla strada sterrata che porta alla cima, posta all’estremità opposta dell’ingresso. In cima scambiamo due chiacchiere con un simpatico venditore locale e ci godiamo una vista spettacolare a 360 gradi, dentro e fuori dalla Gara Medouar.



Sulla via del ritorno ci fermiamo ripetutamente per scovare qualche fossile o pietra particolare, Ne raccogliamo qualcuna e ci rimettiamo in viaggio verso Ovest, direzione Alnif. In questa piccola cittadina ci fermiamo a fare la spesa in un hanout (mini market), prendiamo verdure e frutta fresca al souk e ci fermiamo a mangiare due omelette berbere al Cafe des Nomades. Dopo pranzo - sono oramai le 15 - ci rimettiamo in strada. A pochi chilometri da lí, più precisamente a Tourza, parte la pista che attraverso due passi di montagna, ci porterà a Tinghir.


All’imbocco della pista ci troviamo davanti una ventina di bambini che giocano per strada, probabilmente appena usciti da scuola. Provano a fermarci e, come spesso accade, ci chiedono caramelle o soldi. Proseguiamo dritti e qualche centinaio di metri dopo ci fermiamo per ridurre la pressione delle gomme: 1.9 bar davanti e 2.2 bar dietro per i prossimi 60km di sterrato che ci aspettano.


La strada sterrata, inizialmente in buone condizioni, si inerpica ripida tra le nere montagne ed è cosi che ci troviamo subito a 1500 metri di altitudine. Le viste e i panorami di cui possiamo godere su questo tratto di strada sono qualcosa di unico. Montagne imponenti, che ricordano le Alpi ma di un colore nero vulcanico. La strada si fa stretta e non è sicuramente adatta a chi soffre di vertigini. Nonostante la concentrazione alla guida - nel frattempo il manto stradale si è fatto molto irregolare - ci godiamo il tragitto e ci fermiamo qua e la per qualche foto.



Sorprendentemente incontriamo tante persone e mezzi sulla strada, nonostante sembri davvero di essere in mezzo al nulla. Incrociamo un camion, un furgone e svariate moto, tutti locali. Due uomini in moto ci chiedono di fermarci. Non capiamo se ci dicono di aver fame o se stiano cercando di venderci (o chiederci) del fumo. Gli diamo due mandarini e loro ripartono soddisfatti. Una mezz’oretta dopo, troviamo sulla nostra sinistra uno spiazzo che sembra proprio invitarci a fermarci. La vista è maestosa e il posto sembra tranquillo. Vediamo appena qualche costruzione in lontananza e un paio di pastori a spasso con le loro capre. Decidiamo quindi di fermarci qui per la notte, dopo aver percorso 20km di sterrato. Facciamo una passeggiata al tramonto con il vento che ci soffia sul viso e, mentre cala la notte, ci ripariamo all’interno del van.


Domani altri 30km di sterrato e una cinquantina di strada asfaltata ci condurranno a Tinghir.




Curiosità del giorno Il Marocco è uno dei Paesi più vari del pianeta dal punto di vista geologico e ha un'abbondanza di fossili. È incredibile pensare che milioni di anni fa il deserto del Sahara fosse un mare poco profondo, con fiorenti creature marine preistoriche.


Giorno 22 - Pane fresco gratis a 1600 metri

Assaka - Tinghir (Camping Atlas)


Quando si dorme in punti panoramici del genere, alzarsi presto risulta più facile, per godersi le prime ore della mattina. Dopo colazione, vista la pace e la buona connessione internet, decidiamo di dedicare un paio di ore al lavoro e agli arretrati del blog che state leggendo ora. D’altronde lavorare in un ufficio cosí non capita tutti i giorni.


Verso le 10:30 iniziamo a preparare il van per partire e quando siamo quasi pronti, ecco che arriva un buon uomo in sella alla sua moto a farci visita. Si ferma a bordo strada e ci saluta. Quando mi avvicino, mi chiede se voglio del pane. Perché no, penso.. e gli chiedo quanto costa. L'uomo di nome Hassan non vuole soldi ed è contento di poterci regalare del pane fresco. Lo accetto con gratitudine e lo ringrazio molto. Hassan vive ad Alnif, paese nel quale eravamo passati il giorno precedente e mi spiega che viene regolarmente in queste zone di montagna per cercare meteoriti. Mi aggiunge su Facebook, scattiamo una foto insieme e mi lascia l’indirizzo del suo negozio ad Alnif, nel caso ripassassimo di li. Lo ringrazio nuovamente, lui si rimette in sella e riparte senza troppi indugi, alla ricerca di meteoriti.




Messo via il pane, possiamo partire anche noi. Percorriamo i 30km di sterrato senza troppa fretta e godendoci i panorami anche oggi stupendi. Di tanto in tanto passiamo nei pressi di qualche costruzione e vediamo bambini impegnarsi in scatti di oltre 200 metri tra le rocce della montagna per raggiungerci in strada e salutarci o chiedere se abbiamo qualcosa da mangiare. In queste zone remote ci fa piacere lasciare qualcosa e allora decidiamo di premiare lo sforzo atletico dei ragazzini con dei mandarini o dell’acqua. 



Nell’ultimo tratto di sterrato mi vedo arrivare incontro un Mercedes Vario (molto popolare in Marocco, soprattutto come veicolo da consegne). Accosto appena trovo uno spiazzo per lasciarlo passare e mi trovo di fianco un signore sorridente e di buon umore, che mi saluta urlando in spagnolo e poi attacca a parlarmi in berbero. Purtroppo, come spesso accade in questi casi, non capisco granché e cerco di spiegarglielo. Mi ripete la parola “aman” per un buon minuto e mi fa il segno di bere, porgendomi la sua tazza in legno vuota. Non esito a riempirla con la nostra bottiglia d’acqua e gliela rendo. L’uomo si disseta, mi ringrazia in maniera calda e rumorosa e riparte. Sono incontri che ti lasciano di buon umore e dai quali puoi apprendere qualche parola nuova. Ora conosciamo anche il significato di aman.


Ritornati sull'asfalto, ci fermiamo prima a rigonfiare le gomme appena troviamo uno spiazzo e una ventina di minuti più tardi per preparare qualcosa da mangiare. Ci separano solo 30 minuti dal Camping Atlas, al quale siamo diretti, ma oramai sono le 15 e la fame si fa sentire. Meglio fare gli ultimi chilometri a stomaco pieno. 




Verso le 16 arriviamo al campeggio. Abbiamo necessità urgente di fare due lavatrici e di vuotare il WC chimico, cosi come le acque grigie. Mettiamo subito due lavatrici con anche le lenzuola e ci dobbiamo ingegnare per riuscire a trovare abbastanza spazio per stendere tutto. Le operazioni di svuotamento del WC chimico si rivelano alquanto travagliate e impegnative, ma vi risparmiamo i dettagli. Dopo una bella doccia, prepariamo una pasta al sugo e zucchine, e la accompagniamo con un buon bicchiere di vino rosso.


Dopo cena guardo in streaming sul PC la mia Inter in una sfida tirata con la Juventus, mentre Joy sbriga qualche lavoretto. Anche oggi è stata una giornata impegnativa, siamo pronti per andare a letto e sicuramente dormiremo bene.

 

Curiosità del giorno I marocchini mangiano molto pane e lo usano anche come utensile per raccogliere le verdure e la carne dal piatto; si adatta perfettamente alla loro cucina tradizionale che consiste in tajine, zuppe, barbecue e verdure. Lo si può trovare nella maggior parte dei negozi locali e a volte viene preparato e cotto a bordo strada in grandi forni. Normalmente una grossa pagnotta costa tra 1 e 2 dirham (0,10-0,20 euro) e molti campeggi offrono pane fresco gratuito ogni mattina, consegnato direttamente al van.

Con una pausa in campeggio si conclude una gran settimana. Più esploriamo le bellezze del Marocco e più ci viene voglia di scoprire posti nuovi. Nei prossimi giorni andremo alla volta delle Gole del Todra e di Dades, festeggeremo il compleanno di Joy e ci dirigeremo nuovamente verso Sud per altri chilometri di piste nel deserto.

L’avventura non è ancora finita, anzi è appena iniziata. Ci sentiamo presto per il prossimo aggiornamento.


Nel frattempo seguici su Instagram per non perderti gli attimi salienti del nostro viaggio!



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